“Vedere un mondo in un granello di sabbia e un paradiso in un granello selvatico, tenere l’infinito nel palmo della mano e l’eternità in un’ora”

William Blake

L’orientamento che ho scelto e da cui sono stata scelta per svolgere questa professione è di tipo psicoanalitico intersoggettivo-relazionale. Questo implica un concetto fondamentale alla base di tutto il lavoro e sul quale tutto il percorso troverà il perno attorno cui ruotare. All’interno della stanza di analisi, la relazione che si viene creando nella coppia professionista-paziente non ha altro bisogno se non quello proprio della soggettivazione: il bisogno della presenza dell’altro e quello di essere con l’altro in totale libertà.

All’interno di questa cornice uno dei concetti da cui si parte è che la funzione principale delle persone è quella di creare e preservare i legami con gli altri. Al centro della comprensione della mente umana vi è tutto il sistema relazionale in cui i processi psicologici si formano ed in cui l’esperienza viene continuamente modellata. Tutto quello che accade nella storia di una persona, può essere compreso solo in relazione al contesto relazionale in cui si trova; ogni incontro, ogni coppia che entra in relazione porta in quell’incontro la propria persona, la propria soggettività. In questa relazione quindi le due persone che si incontrano sono soggette a continue influenze reciproche. Questo è ciò che avviene dalla nascita alla stanza di analisi.

E’ proprio all’interno della stanza d’analisi, nella relazione che si crea tra il paziente ed il terapeuta che si potranno vivere delle nuove esperienze che diventeranno nuovi tasselli da aggiungere al bagaglio personale, tasselli che potranno offrire nuovi modi e strumenti per approcciarsi agli eventi della vita futura.