Mai come in questi giorni credo sia utile a tutti dare un nome ed un senso a ciò che proviamo.
Credo che la maggior parte delle persone in questo momento storico provi costantemente paura, paura per qualcosa che va oltre il nostro controllo e la nostra gestione.
Ma che cos’è la paura? Quale è la sua origine? Quale la sua funzione? Come si manifesta?
La paura rientra tra le emozioni primarie, ovvero tutte le emozioni che sono presenti fin dalla nascita insieme a rabbia, tristezza, gioia ed altre ancora. Il fatto che faccia parte del bagaglio emotivo che abbiamo in dotazione ci dice di quanto sia importante per l’uomo. Essa infatti ha la funzione di aiutare l’uomo ad adattarsi alle situazioni modulando il rapporto tra ambiente ed organismo cercando di favorire la sopravvivenza di quest’ultimo. La paura ha la funzione quindi di attivarsi quando l’organismo, attraverso tutti i suoi sensi, percepisce uno stimolo come potenzialmente dannoso e minaccioso. A questa emozione segue poi l’attivazione neurofisiologica che permette all’individuo di poter rispondere allo stimolo iniziale secondo tre modalità distinte: attacco, fuga o blocco.
La paura varia in base alla tipologia degli stimoli che la scatenano. Ci sono paure innate che vengono provocate da tutti quegli eventi, quelle persone che sono sconosciuti o da stimoli dolorosi che una volta conosciuti l’organismo impara ad evitare; situazioni di pericolo per la sopravvivenza della persona ed infine le situazioni dove è richiesta l’interazione con individui o animali o specie aggressive. In questa categoria rientrano tutte quelle situazioni che mettono a rischio l’incolumità dell’individuo Esistono poi le paure apprese, ovvero quelle che non sono a contatto diretto con la sopravvivenza della persona e riguardano una infinita varietà di stimoli che derivano da esperienze dirette e che si sono dimostrate pericolose.
La paura non è solo una reazione individuale, ma ha anche una reazione sociale in quanto la funzione primaria che svolge verso la sopravvivenza riguarda non solo tutta l’umanità ma anche tutta la specie.
Cosa accade nell’individuo quando avverte paura? Accade che a livello cerebrale questa emozione lascia una traccia nell’area della memoria in modo tale da permettere alla persona di apprendere da questa esperienza per modificare ed adattare il comportamento nel futuro. La paura quindi serve non solo per identificare una emozione che riguarda il presente, ma è utile anche per esprimere una emozione futura. Allo stesso modo, quando una persona prova paura la può provare verso una condizione pervasiva ed imprevista che provoca sensazioni di incertezza e preoccupazione.
Quando si prova paura si avverte una sensazione spiacevole ed il desiderio di evitare l’oggetto o la situazione avvertita come pericolosa. Quello che la persona avverte inoltre è una sorta di tensione continua che conduce la persona stessa a ricondurre la propria attenzione ad una specifica area dell’esperienza, sia interna che esterna. I pensieri nello specifico, sembrano essere globali, statici, pervasivi, inglobanti. Questo comporta la sensazione continua, durante la giornata, di un umore deflesso, negativo, pervaso da un senso importante di insicurezza.
La paura è l’emozione intermedia tra uno stato di apprensione ed uno di terrore. Questo significa che essa può essere vissuta con differente intensità, dove da un lato ci sono timore e preoccupazione e dall’altro fobia, panico o ansia.
Spesso confondiamo le emozioni che stanno in questo continuum, ed in particolare può essere più complesso fare una distinzione tra paura ed ansia. Questi due stati a livello di sistema cerebrale si trovare ad occupare la stessa area, la differenza sta però nei motivi, diversi, che portano ad una loro manifestazione. Quando un individuo prova paura, siamo spaventati da qualcosa di reale, mentre l’ansia si manifesta quando pensiamo a situazioni negative su tutti gli eventi che vengono percepiti come pericolosi.
Ad esempio, sarebbe normale provare paura davanti al dover affrontare una malattia, ma nel voler far andare tutto secondo i nostri piani, facendo sottostare tutto al nostro controllo, senza poter avere ovviamente la sicurezza che questo accada, allora, in questo caso si può parlare di ansia.
Concludendo e riassumendo, come espresso fino ad ora quindi, si può affermare che la paura ha di fatto una funzione positiva e assolutamente necessaria per l’individuo, in quanto rappresenta un campanello d’allarme che segnala uno stato di emergenza. La paura in questo modo può preparare la mente ed il corpo della persona alla reazione che presto si manifesterà: attacco, fuga, blocco. Questa segnalazione è sia rivolta all’interno che all’esterno mediante la possibilità di segnalare al gruppo sociale la presenza di un pericolo e una richiesta di aiuto. Quando questo processo viene estremizzato allora si scatenerà una emozione di ansia, perdendo la sua fisiologica funzione e diventando invece un sintomo psicologico.